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Scritto il 16 Maggio 2014Vota l'articolo!
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La costruzione dell’interno dell’astronave (un aquila di Spazio 1999) mi portò via abbastanza tempo.
Per vedere i dettagli.
070 – 16/05/2014
Questo post si trova nella categoria: Uebagency
Come mai la doppia lingua?
Credo che in molti quando salgano sulla propria auto si sentano alla guida di un elicottero (e vanno a premere invisibili interruttori sul parasole) o su una macchina di James Bond (e quindi lanciano i missili contro le altre macchine).
A me da bambino affascinava la serie Spazio 1999 e sono iscritto ad un paio di gruppi su FB. Questi gruppi sono in lingua inglese e quindi quando ho fatto la vignetta (sulla mia realtà) ho pensato di postarla anche in uno dei gruppi. Per questo l’ho scritta in doppia lingua.
… devo dire comunque che ha ricevuto pochissima attenzione 🙁
Ti dirò, io sono convinta che il programma che usi ti leghi molto; molte cose non le puoi fare e il risultato finale viene molto diverso da quello che hai in testa;
ad esempio le espressioni, che sono importanti, con questo tipo di disegno sono molto limitate e non rendono appieno l’idea
Almeno questa è la mia impressione,…
Ti ringrazio della domanda e sul fatto che viene posta in relazione proprio a questa vignetta 😀
Hai ragione, io molte cose le immagino diverse… ma purtroppo non sò disegnare, sono (o ero) un grafico CAD e lavoravo con programmi diversi… Diciamo che cerco di esprimere quel che ho dentro con un mezzo (Bitstrips).
In fondo non è che sia importante il disegno ma il concetto.
O almeno, il cercare di esprimere il concetto che ho in testa. Cosa molto difficile…. Cerco di spiegarmi.
Se io creo un quadro qual’è il messaggio che voglio trasmettere? Magari le persone si fermano al disegno. La stessa cosa con una scultura… c’è un esteriorità pura e qualche indizio sul messaggio… il fumetto unisce le parole ai disegni dando voce all’interiorità.
Però il media che maggiormente si avvicina a farti capire quel che vuole dire una persona è la scrittura che ti descrive stati d’animo, sensazioni, pensieri… che resi graficamente nel fumetto possono sfuggire.
E oltre la scrittura? Solo la parola dal vivo, le espressioni mentre ci si parla, le sfumature di tono per far intendere le cose in un metalinguaggio non verbale…
Ma al di là del linguaggio parlato? Ancora meglio della comunicazione verbale l’uno di fronte all’altro?
La nostra mente.
Dentro la mente abbiamo concetti, visioni, sensazioni e stati d’animo che difficilmente riusciamo a comunicare, vuoi per la pochezza del linguaggio che per la naturale incomprensione tra le persone… come può capire un altro la mia sensazione in quel momento? Non riusciamo nemmeno a definirla noi…
Ora, tutti questi limiti fanno sì che volendo comunicare un concetto si parta come per una corsa… pieni di buona volontà ma azzoppati, magari bendati e con vari ostacoli. Tecnici, di stile, mancanza di possibilità di esprimere tutte i 5 sensi…
Io ho letto fumetti fatti benissimo, visto film bellissimi e il messaggio di fondo però non lo coglievo. Per esempio… hai presente “Il gladiatore” di Ridley Scott? Parla di come i mass media influenzino la società. Il tutto trasportato al tempo di Roma, con in mezzo la storia di questo gladiatore… ma il messaggio era quello.
E lo si coglieva? No. Lo sai se leggi le critiche (quindi ti affidi a quello che hanno capito gli altri, ma gli altri magari hanno letto l’intervista del regista).
A questo punto io ho un messaggio… definire come mi sento in macchina: Un ambiente che mi fa sognare, tornare all’infanzia e mi permette di fantasticare sfuggendo alla realtà (ma solo appena ci salgo, poi quando parto bisogna stare attenti alla strada).
E come posso esprimerlo? Graficamente con un astronave iconica (si deve riconoscere come tale e quindi si vede la terra dal finestrino, cosa che nelle vere aquile non accadeva) e magari patrimonio dell’immaginario collettivo (chi non ha mai visto Spazio 1999? Se invece nel mio inconscio ci fosse stato il motoscafo di Riptide non potevo nemmeno partire con la vignetta)… l’omino, le espressioni, le sensazioni… sono un di più.
Perchè quello che devo esprimere è il concetto in cui far immedesimare chi guarda la vignetta che deve dire “Ma guarda ‘sto tizio, lui quando entra in macchina…” e poi si deve bloccare pensando “Ma quando io entro in macchina immagino di essere su Supercar o su una Ferrari Testarossa…“ e devo cercare di scatenare la soggettività delle sensazioni altrui a partire dalla mia oggettività (e ti assicuro che la cosa è difficile, ci vuole tanto impegno nella ricerca di un simbolo preso dall'”immaginario collettivo“).
Almeno, questa vignetta è nata così (poi tante altre non lo sono, raccontano solo mie (dis)avventure)…
E quindi un disegno troppo perfetto potrebbe far perdere la gente a soffermarsi sui particolari grafici piuttosto che sul messaggio/concetto.
Però hai ragione, il programma che uso è molto limitato, il miglior mezzo sarebbe la matita e la china… 🙂