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Nonsolomatita: Il mondo di Giulia #14 : “Jonathan Livingston″
Scritto il 20 Novembre 2009Vota l'articolo!

E crescendo impari che la felicità non e’ quella delle grandi cose.
Non e’ quella che si insegue a vent’anni, quando, come gladiatori si combatte il mondo per uscirne vittoriosi…
La felicità non e’ quella che affanosamente si insegue credendo che l’amore sia tutto o niente,… non e’ quella delle emozioni forti che fanno il “botto” e che esplodono fuori con tuoni spettacolari…, la felicità non e’ quella di grattacieli da scalare, di sfide da vincere mettendosi continuamente alla prova.
Crescendo impari che la felicità e’ fatta di cose piccole ma preziose….
…e impari che il profumo del caffe’ al mattino e’ un piccolo rituale di felicità, che bastano le note di una canzone, le sensazioni di un libro dai colori che scaldano il cuore, che bastano gli aromi di una cucina, la poesia dei pittori della felicità, che basta il muso del tuo gatto o del tuo cane per sentire una felicità lieve.
E impari che la felicità e’ fatta di emozioni in punta di piedi, di piccole esplosioni che in sordina allargano il cuore, che le stelle ti possono commuovere e il sole far brillare gli occhi, e impari che un campo di girasoli sa illuminarti il volto, che il profumo della primavera ti sveglia dall’inverno, e che sederti a leggere all’ombra di un albero rilassa e libera i pensieri.
E impari che l’amore e’ fatto di sensazioni delicate, di piccole scintille allo stomaco, di presenze vicine anche se lontane, e impari che il tempo si dilata e che quei 5 minuti sono preziosi e lunghi più di tante ore, e impari che basta chiudere gli occhi, accendere i sensi, sfornellare in cucina, leggere una poesia, scrivere su un libro o guardare una foto per annullare il tempo e le distanze ed essere con chi ami.
E impari che sentire una voce al telefono, ricevere un messaggio inaspettato, sono piccoli attimi felici.
E impari ad avere, nel cassetto e nel cuore, sogni piccoli ma preziosi.
E impari che tenere in braccio un bimbo e’ una deliziosa felicità.
E impari che i regali più grandi sono quelli che parlano delle persone che ami…
E impari che c’e’ felicità anche in quella urgenza di scrivere su un foglio i tuoi pensieri, che c’e’ qualcosa di amaramente felice anche nella malinconia.
E impari che nonostante le tue difese, nonostante il tuo volere o il tuo destino,
in ogni gabbiano che vola c’e’ nel cuore un piccolo-grande Jonathan Livingston.
E impari quanto sia bella e grandiosa la semplicità.
Bu,io non ho niente davvero da aggiungere a queste parole suggeritemi da Giulia…posso solo invitarvi a cercare il “Vero Gabbiano”, il nostro Jonathan, fra i tanti nella foto…cioè, sono veri tutti…però uno…
Cra!
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Ho letto il libro (e anche un’altro, semi-auto-biografico, dello stesso autore)… molto bello. ^_^
Il “vero” Jonathan è l’unico che vola, quasi in cima alla foto, vero? =^_^=
io ADORO questo libro…
Questa foto è spettacolare! La particolarità è che il peso visivo dell’immagine (cioè il punto che attira più l’attenzione dell’osservatore) non è sul gabbiano che vola, cioè il protagonista. E’ come se volesse dire che la vera libertà non è dove ce l’aspettiamo, dove ci viene da guardare al primo impatto, ma è in un punto che per essere trovato ah bisogno di essere cercato.
P.S. Il liceo artistico mi sta decisamente trasformando in un mostro intellettuale…:P
Molto bella… come sempre! grazie Giulia percchè ci doni perle di dolcezza racchiuse in splendide foto come questa…
piccola riflessione personale: Molta gente pensa che fare le foto è una sciocchezza, che premere un pulsante e fotografare qualcosa sia uno scherzo… si sbagliano. Perchè io personalmente non sarei capace di fare foto belle come le tue, immortalare l’immagine è un gioco da ragazzi, ma il tuo dono è immortalare il sentimento! Complimenti davvero! 😉
A me piace quello, l’unico, che sta guardando in faccia chi gli sta facendo la foto.
grazie a tutti, in particolare a tiz per la scelta e a brain che ha il dono di vedere anche cose che non ci sono! :)) in realtà penso, come lui che a distinguere un “fotografo” (e siamo ben lontani..) più che la tecnica, sia il soggetto scelto e il valore che gli si da..
ah..e il mio Jonathan è il primo gabbiano in basso… 🙂
alla prox 🙂
Giulia, non mi devi ringraziare lo sai! 🙂
Vorrei farvi notare che Ally ha perfettamente ragione invece, è lui, l’unico che guarda verso di noi…è lui l’unico vero gabbiano!!Questa foto mi piace soprattutto per questo…lui sembra consapevole che Giulia(gabbiana anche lei) gli sta per fare una foto!
Noi avevamo il sacerdote a leggere quel libro durante l’ora di religione … era migliore delle ore di letteratura regolari …