Con tali premesse, una citazione era quasi d’obbligo: quando un autore viene “rapito” dalla sua storia, quando se ne innamora, vuol dire che c’è davvero qualcosa di potente in quel racconto, il quale in pratica “si scrive da sé”, fugge a ogni tentativo di abbandono o di ingabbiamento per svilupparsi libero in direzioni imprevedibili, spesso ottime; e non è questa la parte più bella dell’essere artisti? Ma quando oltre alla passione si riesce a vedere anche del talento ecco che la semplice “citazione” non basta più, ed è necessaria una recensione in piena regola.
Ed eccola qui.
Kitsune to Neko non è un fumetto perfetto. Alcune tavole potrebbero essere meno tirate via, alcune scene rese più comprensibili, e la storia stessa rischia di perdersi in un racconto romantico dimenticandosi delle proprie premesse (Ad esempio: perchè il “gatto” combatte i demoni? C’è qualche guerra in atto oppure si tratta di un giustiziere solitario? Il Gatto ha qualche motivo legato al suo passato per fare ciò che fa? Insomma, qualche informazione in più sarebbe utile per rendere davvero solido il racconto…); ma tali imperfezioni, lungi dal sembrare strade senza uscita, a me sembrano unicamente i segni di un genuino talento e una veritiera passione, al punto che non riesco proprio a vederli come negativi, bensì come necessarie prove da superare lungo la strada che porta alla maturazione. Inoltre, ciascuno di essi è compensato da elementi molto positivi, che sono la maggior parte, e che ora citerò in breve.
Un primo elemento positivo è la chiarezza della storia, che coinvolge fin da subito. Un altro elemento è il fascino delle due protagoniste, in primis la volpe, bella e “realistica” nel carattere tanto quanto nelle forme. Un altro bell’elemento sono i buoni dialoghi, e il bel rapporto di amore/odio che si sta creando tra le due donne, e che tiene col fiato sospeso i lettori. Abbiamo poi una trama semplice ma personale, che pur usando temi e eroi/nemici classici riesce a coinvolgere naturalmente, e a raccontare qualcosa di inatteso e di curioso, una trama che appassiona senza che se ne possa immaginare la fine. E infine ci sono i disegni, che sono “giapponesi” senza esserlo affatto, che rinunciano agli stereotipi dei manga (bene!) ma non alla precisione e al realismo “storico” del segno, il quale si rifà con molta cura all’iconografia classica del Sol Levante, a quadri e stampe dell’epoca, risultando molto accurato e rispettoso sia nella rappresentazione dei demoni che in quella di panorami, abiti e luoghi (anche le nuvole sembrano uscite da una stampa giapponese!). Disegni a loro volta supportati da una colorazione altrettanto “rispettosa”, molto efficace, che non si basa su effetti speciali o su tinte accese ma è quasi sommessa, sussurrata, pronta a intervenire solo dove serve. Colorazione inconsueta per disegni inconsueti, molto intriganti, che si apprezzano proprio per il loro essere diversi da quelli che ci si aspetterebbe di vedere.
Insomma, Kitsune to Neko mi ha fatto fin da subito un’ottima impressione, e sono certo che la farà anche a voi. Bello da leggere, intrigante, scritto e disegnato con personalità e senza stereotipi, penso abbia il duplice pregio di essere un fumetto godibile e nello stesso tempo una vera e propria “palestra”, grazie alla quale vedremo crescere una fumettista che a me sembra avere tutte le carte in regola per distinguersi in futuro.
Sono lieto e onorato del fatto che Kumishire abbia deciso di pubblicare il suo lavoro anche qui da noi, su Webcomics.it, e non posso che consigliare a tutti di leggerlo… andando subito a vedere il blog personale dell’autrice, che trovate QUI.
E buona lettura.
Cristiano Fighera, aka Le110Pillole