Consigli per gli artisti!

Nell’arco di dieci settimane, abbiamo pubblicato su Facebook dei consigli per aspiranti fumettisti desiderosi di proporre un progetto a un editore. Nel caso qualcuno se li fosse persi – e perché non di solo Facebook bisogna vivere – li ripubblichiamo qui ora, in versione espansa e modificata… con tanto di alcuni consigli “bonus” aggiunti appositamente per questo post.
Tali consigli sono “universali”, e rappresentano a grandi linee alcune delle accortezze principali che un aspirante fumettista – ma non solo – dovrebbe avere nel momento in cui decide di inviare un proprio progetto a un editore.
Iniziamo!

1.Prima di proporre un progetto informatevi su COME si scrive e si presenta un progetto. Sembra una cosa stupida da dire, eppure non tutti lo danno per scontato, arrivando a spedire progetti assemblati alla meno peggio, senza regole, confusionari e lacunosi. Se io ti chiedo una pizza, non puoi portarmi un pollo.

2.Prima di proporre un progetto a una casa editrice studiatevi il suo catalogo e il tipo di storie che pubblica. Oltre a essere una perdita di tempo, non c’è cosa che indispone di più un editor che ricevere un progetto del tutto opposto ai canoni della casa per la quale lavora.
Proporreste mai a Famiglia Cristiana una rubrica che parla di Kamasutra e posizioni erotiche? E cosa penserebbero i redattori se lo faceste? Che vi siete rivolti a loro andando a caso, che non siete professionali, e che forse siete troppo ingenui o troppo pieni di voi stessi. Anche se siete geniali, non è certo il modo migliore per presentarsi.

3.Quando scrivete un dossier cercate sempre di esprimervi in italiano corretto, e soprattutto correggete refusi ed errori di italiano. Se uno sceneggiatore non sa nemmeno scriversi la presentazione, si chiede l’editor, come saprà scrivere la sua storia? Inoltre, dossier scritti male suggeriscono trasandatezza, quando non addirittura supponenza.
Andreste a un colloquio di lavoro con la barba lunga, vestiti male o spettinati? Ricordate che – prima ancora della storia stessa – è il COME questa è presentata che contribuisce a creare negli editor una prima impressione riguardo a che tipo di professionisti siete, e la prima impressione raramente è sbagliata. State pur sempre parlando con persone che dovrebbero (il corsivo è d’obbligo in questi casi) dedicare tempo, lavoro e denaro ai vostri fumetti. E’ logico pretendere che non vi presentiate parlando come se foste davanti al vostro amico Peppino Carogna!

4.Quando scrivete il vostro dossier, o le vostre biografie, non cercate a tutti i costi di essere simpatici. Quello che conta davvero è ciò che avete fatto, chi siete e cosa sapete fare. Tutto il resto può anche diventare controproducente, o un “parlarvi addosso”. Battute durante la lettura di un progetto – che è un lavoro faticoso e che va fatto con grande attenzione e concentrazione – distraggono chi legge.
Del resto, andreste mai a un colloquio di lavoro in banca vestiti da arlecchino e facendo i giocolieri con la speranza di essere assunti?

5.Soprattutto se siete autori esordienti, non presentate come vostro primo progetto delle mega saghe complicatissime da 20 volumi di 300 pagine ciascuno. Una storia autoconclusiva può bastare per dimostrare il vostro talento, e ha maggiori chance di essere pubblicata. Ogni autore nuovo rappresenta un “rischio” per l’editore; ma tra i vari possibili rischi pubblicare una storia singola è quello minore, e quello che ha più probabilità di accontentare il pubblico sia che il progetto venda sia che non lo faccia.
Inoltre, riuscire a piazzare anche una singola storia vi permette di esordire, e di avere qualcosa di concreto nel vostro curriculum di autore.

6.Oltre al riassunto della vostra storia cercate sempre di inserire una presentazione: a che tipo di pubblico vi rivolgete? Con quali obiettivi? Volete far ridere o far commuovere? Qual’è il tema di fondo della nostra storia? Qual’è il messaggio? E come pensate di raggiungere il pubblico che vi siete scelti, grazie a quali elementi?
Forse non sarò strettamente necessario, ma di certo vi fa apparire più sicuri e professionali.

7.Quando nel vostro dossier scrivete “e dopo incredibili avventure i nostri eroi arrivano a destinazione” l’editor che vi esamina traduce immediatamente la vostra frase in “in questo punto non so cosa succede o non ho voglia di pensarci adesso, boh, qualcosa mi verrà in mente quando disegnerò quella parte…“; ma i progetti non si accettano sulla fiducia, bensì sui fatti. Siate sempre chiari in ogni parte della vostra storia.

8.Quando scrivete il soggetto della vostra storia non dimenticate mai di inserire anche il finale. Un editore non va “incuriosito”, bensì CONVINTO, e nessuno comprerebbe a scatola chiusa una storia senza sapere come finirà.

9.Nel caso in cui siate autori completi o vi presentiate con un disegnatore al seguito, nel vostro dossier includete sempre alcune pagine complete, con disegni, dialoghi e tutto il resto. Pagine pronte per essere pubblicate. Un fumetto non è solo storia o illustrazioni: per valutarvi correttamente un editor ha bisogno di sapere se sapete “montare” una tavola, se sapete creare una scena, e se sapete scrivere dialoghi efficaci.

10.Se siete aspiranti disegnatori non presentate solo illustrazioni. Una pagina a fumetti è qualcosa di dinamico, una sequenza di vignette che devono riuscire a costruire una scena comprensibile (anche senza dialoghi). Sapere che riuscite a disegnare perfettamente un robot gigante, un piatto di spaghetti o il vostro cagnolino non ci serve affatto.

11.Se siete aspiranti sceneggiatori accludete sempre delle prove di sceneggiatura. Presentarsi solo con un racconto, o un soggetto, o un riassunto, serve a poco. Volete forse che il fumetto ve lo scriviamo noi?

12.Non siate troppo concisi ma nemmeno troppo prolissi. Una bella storia si può presentare anche con una pagina sola, mentre 20, 30, 40…100…200! Sono DAVVERO troppe. Il concetto è che ciò che di valido puoi dirmi in 100 pagine, se è davvero valido può essere detto anche in 10, 5, 1. Mentre se la vostra idea non è buona, nemmeno con 1000 pagine lo diventerà.
Pensate ai manuali di cinematografia: secondo loro un ottimo film deve poter incuriosire usando UNA SOLA FRASE.

13.Se per caso venite rifiutati, non iniziate a pensare che la casa editrice “non vi capisce”, “pubblica solo i raccomandati/ amici” o “non sa fare il proprio lavoro”. Piuttosto chiedetevi perché non siete stati presi, quali possono essere stati i difetti del vostro fumetto, e rimettetevi subito al lavoro su un progetto nuovo o sul miglioramento del vecchio. Forse non siete stati capiti? Può essere. Ma mettete subito da parte la delusione e non attribuite colpe spesso e volentieri fantomatiche: ricominciare a ideare progetti è l’unica maniera per vincere.

Buona Fortuna!

16 responses to “Consigli per gli artisti!

  1. “Andreste a un colloquio di lavoro con la barba lunga, vestiti male o spettinati?” Chiedo venia, ma questa frase appena sotto la foto di Alan Moore mi ha fatto scompisciare XD
    A parte gli scherzi, sono ottimi consigli, che i miei insegnanti di fumetto mi danno in continuazione 🙂

  2. classici buoni consigli che fanno sempre bene… ma imho indirizzati per fumetti creati SOLO per il cartaceo o per chi ha come obbiettivo l’essere pubblicato ad ogni costo (e che quindi storielle qualsiasi vanno benissimo, tanto per mostrarsi)

    ma se si è online per far conoscere una storia, il punto 5 imho è da dimenticare.
    il webcomic è un altro mondo, con altre logiche e regole imho. il punto 5 lo vedo come una sorta di autogol in logica “SEO” per chi è agli esordi con una trama “classica” (che non sia quindi un “Slice of life / gag a day” dove lì è la singola pagina al giorno può garantire il successo o meno)(che difatti ritrasportato in cartaceo non credo funzioni molto se non come “best of”). il rischio è quello di non essere mai visto del tutto. perchè non solo il pubblico non ha una trama / personaggi da seguire ed affezionarsi nel tempo ed oltretutto non viene visto dai vari motori di ricerca e relativi siti (perchè una storia appena iniziata, alla prima pagina, quasi mai parte con centinaia o migliaia di followers)(ed un lettore che scrolla gozilioni di fumetti free, non và su quello “NEW” con 7 followers, ma su quello con 180k followers…

    esistono webcomic di storie brevi di successo? io non ne conosco.
    se mai conosco autori che grazie ad una storia (ancora in pubblicazione dopo anni) sono diventati “star” vedesi ONE, l’autore di one punch man… che poi hanno preso l’editore e gli hanno fatto pagare salato il conto lol. e ONE è uno che disegna anche male, ma che forte di una storia stupenda ed ancora in pubblicazione dopo mille pagine, ha un fottilione di followers e si è pure permesso di crearsi una seconda storia che ha già la trasposizione in cartone animato, praticamente in diretta.
    qualcuno conosce le shortstories di ONE? credo nessuno.

    jm2c

    1. Ma infatti la mia premessa è: siete autori di fumetti che vogliono presentare un progetto a un editore?
      Pubblicare autonomamente in rete un proprio webcomic richiede logiche e obiettivi molto diversi, lì dove è l’autore stesso che deve imparare a rapportarsi con il pubblico quasi quotidianamente.
      E infatti – se e quando l’editore interviene – si trova davanti sicuramente a storie lunghissime che hanno già macinato centinaia di pagine, ma in quel caso si può trovare ad avere già un pubblico di seguaci fedeli, che rappresentano quel margine accettabile di rischio che permette all’editore stesso di dare una chance a storie lunghe e potenzialmente infinite (strisce comiche a parte, ovvio).
      Comunque il tuo concetto è interessante, e potrebbe dar vita a un’altra serie di consigli dedicati a chi vuole mettere in piedi un webcomic. In questo caso però molto meglio di noi sono gli autori stessi che potrebbero darli agli altri autori… se voi contribuire inviami pure un messaggio con la tua lista!
      Anzi, quasi quasi condivido l’idea….

    1. Io un editore ce l’ho ancora, ma posso dire che in giro non trovi nessuno neanche pagandoti le spese e preparandoti da solo l’albo, ossia cercando, più che un editore, un “service”, detto con termine inglese. Sul momento non saprei che consiglio darti, da soli è molto difficile creare anche solo una associazione culturale.
      Va anche detto che le risposte gelide del pubblico di fronte a tante proposte pur meritevoli disincentivano gli editori, come successo ad esempio quando dei piccoli editori hanno provato a ristampare del fumetto umoristico anni 60 e 70. A segnalarli in rete, non si otteneva risposta, visto che non si trattava di novità. Io stesso ho potuto vedere cosa succede quando la stessa serie d’epoca la pubblica un grande e quando la pubblica un piccolo. Insomma, se sei una ristampa, un piccolo o un fuorimoda hai con editori e pubblico le stesse probabilità del pianeta Venere di diventare abitabile entro il 2018.
      Certo che, per citare quanto detto da Carlo Coratelli, il seguire sulla carta stampata soltanto determinati prodotti internettiani “di pronto consumo” fa parte, secondo me, della fase calante del settore.

  3. Io e Fortunato Latella ci siamo autoprodotti il nostro secondo volume di Frank Carter e ce lo stiamo vendendo da soli, soprattutto per due motivi:

    1 – La casa editrice che aveva pubblicato il primo volume è fallita dopo pochi mesi. Quindi, aggiungerei anche il punto di informarvi sullo stato della casa editrice.

    2 – Varie case editrici o portali ci hanno fatto capire senza fronzoli di non essere per nulla interessati. La sensazione è che siano molto più interessati a robaccia che fa trend su internet, anche se è roba disegnata da cani (riferimento a fumetti esistenti è del tutto casuale).

    Quindi abbiamo preso la decisione di finanziarci da soli e di andare avanti da soli. Credetemi, ne vale la pena. Su internet ci sono molte piattaforme che aiutano progetti di questo tipo. Fatelo anche voi.

    1. Non si tratta di disegni ribaccia, si tratta di lavori con la firma, che hanno un senso per loro e che pubblicano per un motivo preciso che nessuno riuscira’ a capire mai, se vendono la droga sui fumetti non sarai mai tu a farli smettere oppure a collaborare con loro (per esempio), me ne sono fatto un’idea molto chiara ormai. Un’idea molto delusiva di tanta apertura mentale (cioè nulla).

  4. Questo sito è bello che morto. Dalla dirigenza di Shckdom non c’è alcun interesse a promuovere i fumetti che vengono pubblicati online. E’ tutto fermo dallo scorso settembre.

    A parte gli autori e i loro fumetti, è tutto fermo.

  5. A me hanno detto che non facevo al caso loro e quando inizi a chiedere che tipo di storie devi disegnare spariscono e ti ignorano, nella stragrande maggioranza dei casi non serve a niente per la mia esperienza che ho, devi essere solo raccomandato da qualcuno di persona a un’editore, altrimenti nessuno ti aiuta.

    Evitare proprio di farsi vedere su internet e chiedere l’elemosina a queste persone è la cosa giusta da fare.

    1. Sagge parole Ouji Mishima, non per niente vediamo spesso pubblicata roba banale e vista e stravista che viene strasopravvalutata e iper recensita da qualche lecchino di turno, e ingorate idee innovative e accattivanti.
      Non mi trovo invece d’accordo sul’ “evitare di farsi vedere su internet”
      Se avessi dato retta ai vari editori e recensitori arrangiati di fumetti a cui ho sottoposto i miei lavori, avrei dovuto rinunciare a tutto e suicidarmi, invece instagram mi ha dato modo di avere un riscontro con il pubblico, e io con 0 sponsorizzazioni e 0 raccomandazioni sono riuscito a fare 2000 fan fedeli in 2 mesetti di post.
      Che per pubblicare bisogna avere conoscenze, leccare i culi (mi sa che qualcuno lo ha anche dato il culo) ed essere raccomandati…Si! è verissimo, e lo sanno tutti nell’ambiente (ma spesso non è comodo parlarne).
      Ma perchè dargliela vinta sparendo dalla piazza?
      Questo è il mio pensiero.
      Cordiali saluti Mr. X

  6. Secondo voi se propongo un battle shonen italiano alla Shockdom mi prendono? La storia ha come protagonista un ragazzo egoista ostinato a diventare il più forte, con il passare del tempo però comprende il valore dell’amicizia e delle persone l’hanno supportato per poi diventare risoluto. Dopo tante avventure incontrerà il “cattivo finale”, una persona vista dal suo popolo come un’eroe per i suoi ideali, giusti (perché vuole purificare l’umanità) ma allo stesso tempo sbagliati (è disposto a uccidere chiunque si opponga alla sua tirannia). In fin di vita il cattivo tenterà di corrompere il protagonista proponendogli l’energia che gli permetterà di diventare il più forte, ma il protagonista, cambiato ormai, lo sconfiggerà senza esitazione.
    Lo so lo so, come riassunto fa schifo, ma la domanda è la seguente: è troppo chiedere di portare un po’ di innovazione nella Shockdom?

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